L’Asprinio di Aversa si racconta attraverso la sua tradizione più antica, quella dell’Alberata Aversana
Un bianco singolare

L’Aversa Asprinio riceve la denominazione di vino D.O.C. nel 1993, ma la sua storia sembra risalire agli inizi del ‘500, secondo le notizie tramandate da Sante Lancerio, storico, geografo e cantiniere di Papa Paolo III Farnese, il quale tesseva le lodi di questo vino, molto apprezzato dai commercianti dell’epoca, tanto che diceva: “Tali vini sono stimati assai dagli osti, che li cortigiani et le cortigiane corrono volentieri alla foglietta” (la “foglietta”, unità di misura del vino, circa mezzo litro).

La peculiarità dell’Asprinio d’Aversa Doc risiede nel sistema di coltivazione della vite, detto “ad Alberata”, infatti per abbracciare con lo sguardo le “alberate” di questa meravigliosa uva a bacca bianca, bisogna alzare la testa all’insù e godere dello spettacolo maestoso di viti che possono arrivare a 10 metri d’altezza. Con i filari tesi tra alberi di pioppo, le viti “Maritate” regalano uno spettacolo unico soprattutto durante la vendemmia, quando gli “uomini ragno” con lo “scalillo”, una scala a pioli stretta, lunga e leggera e le “fescine”, ceste in vimini dalla forma conica, si inerpicano fino in cima, oggi come nei secoli scorsi.

L’Asprinio di Aversa Doc, bianco e spumante, è un vino di pregio fresco e brioso, di facile abbinamento con svariate pietanze.

Momenti di degustazione per conoscere l’Asprinio di Aversa nelle versioni vino fermo e spumante. Wine Tasting e Wine Tour dedicati alla produzione di questo vino dalla inusuale e affascinante coltivazione.

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